E’ un albero originario del centro Europa e dell’Asia minore, con tronco robusto e ramificato e chioma globosa che tende a espandersi con l’età: la scorza grigiastra presenta sfumature marroni e scanalature verticali che si accentuano con l’età. La foglia è caduca, semplice, lobata, con lobi profondamente incisi. Come per le altre querce, i fiori maschili e femminili sono separati ma presenti sulla stessa pianta (specie monoica): i maschili sono di colore giallo-verdastro e raggruppati in amenti lassi e penduli, i femminili sono solitari o a piccoli gruppi e posti sui rametti all’ascella delle foglie. Il frutto è una ghianda allungata e ricoperta per metà o più da una caratteristica cupola con squame filiformi e arricciate. Per questa ragione la ghianda del cerro (Quercus cerris) assomiglia a un piccolo riccio di castagna non pungente. Le ghiande sono mangiate da roditori, ghiandaie, ghiri e dai cinghiali.
Il cerro è presente in quasi tutta la nostra penisola, soprattutto nelle zone collinari e pedemontane fino a 700-800 m di quota. Non tollera tuttavia freddi troppo intensi e prolungati per cui diventa sempre meno frequente avvicinandosi ai settori alpini dove scompare completamente all’interno delle valli. Nel Parco della Dora di Collegno è presente sporadicamente lungo le sponde più ripide e pietrose del fiume, mentre lungo le sponde basse, sabbiose e umide, dominano i salici bianchi, gli ontani e i frassini.