Città di Avigliana
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VIAN-A VILAN-A – Storia di Avigliana
Narra la leggenda che Avigliana in tempi molto lontani, sorgesse là dove si trovano ora i due laghi e che fosse un borgo ricco e fiorente. I suoi abitanti però erano famosi per la loro malvagità, poco inclini al rispetto dei loro simili e soprattutto incuranti dei loro doveri verso il Creatore. Una piccola Sodoma dove tutto era lecito ed i poveri venivano scacciati impietosamente. Così il Signore volle metterli alla prova e si presentò sotto le spoglie di un mendicante. Bussò ad ogni uscio ed implorò un pò di ristoro. Venne respinto e maltrattato a conferma della cattiveria e dell’egoismo che albergava in quegli animi. Solo una povera vecchia, che abitava in un misero casolare e viveva di stenti, lo accolse e lo sfamò con l’ultimo pezzo di pane che aveva nella dispensa. Fu in quella notte che tragicamente si compì il destino di quei miserabili egoisti, condannati dalle loro malvagità. Tra lampi, tuoni e terrificanti scosse sismiche si aprirono due voragini spaventose nel terreno, la cittadina fu inghiottita dalle acque. Alla luce dell’alba la cittadina non esisteva più e al suo posto si erano formati due ampi e profondi laghi, molto belli, divisi da una piccola striscia di terra su cui era rimasta la povera casa della vecchietta misericordiosa che fu l’unica superstite del divino castigo. Da quì il detto: «Vian-a vilan-a per sua bontà l’è perfondù». (Tratto da: Muntagne Noste 1999 – CAI Val Susa e Val Sangone).